domenica 20 gennaio 2013

Sant'Antoni a Mallorca


Il 17 Gennaio é la festa di Sant’Antonio a Mallorca. Come tutte le feste dell’isola, anche in questa non puó mancare la voglia di divertimento smisurato e di dimenticare il resto del mondo almeno per un giorno...e sicuramente qualche notte in piú! 
I festeggiamenti sono vissuti con molto sentimento. Chi non é dell’isola forse non riesce a capire a fondo il significato di tutto ció. Per me italiana, che vengo da un paese dove sono praticamente sconosciute questi tipi di feste, cosi liberatorie e scatenate, all’inizio mi sentivo un po' fuori luogo e sorpresa da tanto travolgimento collettivo. Poco per volta peró ho iniziato anch’io a partecipare piú attivamente e quindi a godere appieno di queste feste locali..e se c’é una cosa che i maiorchini sanno fare bene é proprio quello di organizzare feste!!

In realtá tutte le feste hanno origini storiche e tradizioni contadine da cui provengono, con un loro significato pagano. La festa di Sant’Antonio, santo protettore degli animali al quale si rende omaggio in molte parti della isola si é convertito infatti in motivo di celebrazione: la benedizione degli animali con fuochi, faló (foguerons) e diavoli... 

  

In tutte le piazze, si preparano faló di ogni tipo attorno al quale la gente si riunisce per mangiare butifarro (salsicci tipica) che si cuoce direttamente sul fuoco. Il pretesto é ovviamente quello di riunirsi bevendo liquori d’erba ed altre bevande tipiche di Maiorca, cercando di paliare il freddo invernale. Le origini storiche di questa tradizione vengono attribuite all’idea ancestrale del valore purificante del fuoco, simbolo di purificazione e rinnovazione della vita.Normalmente al centro del faló si colloca un albero che simbolizza l’albero della vita o l’asse terrestre. Inoltre i falo costituiscono un rituale propiziatorio al passaggio dall’inverno alla primavera, e di puerificazione bruciando il male rappresentato dal diavolo (da qui la spiegazione della presenza dei dimoni in questa festa)


Tutte le feste religiose hanno origini pagane: in questo caso si approfitta la celebrazione del santo per demonizzare il peccato tentatore, rappresentato dal diavolo, che in queste feste di Sant'Antoni, danza attorno al fuoco cantando “glosses” ovvero rime che parlano della vita e del quotidiano in modo fortemente ironico ed accompagnate dal suono tipico della “ximbomba”, uno strumento molto peculiare, tipico maiorchino fatto di terracotta e pelle, che si suona facendo scorrere dentro e fuori, il bastone piantato nel centro dello strumento.


Sant Antoni és un bon sant
qui té un dobler li dóna
perquè li guard s'animal 
tant de pell com de ploma.
 


A Pollença invece, la tradizione vuole che il giorno di Sant'Antoni la gente del paese si riunisca in una zona in cima ad una collina del paese, chiamata Ternelles, per tagliare un pino che porteranno poi fino giú con dei carri spinti a mano, per poi issarlo nel centro della piazza. Il pino, che misura normalmente una ventina di metri, é privo di qualsiasi tipo di ramo e cosparso di sapone o addirittura olio per renderne difficile la scalata. I giovani del paese si sfidano a questo punto ad arrampicarsi fino alla cima dove trovavano come ricompensa, almeno fino a qualche anno addietro, un gallo, che é poi il simbolo di Pollença. Pochi sanno in realtá da dove venga questa tradizione che indubbiamente ha il significato di dimostrare chi sia il piú forte del paese in questione. Sembra pero che quest'usanza sia comune anche in un paesino della Catalunya da dove probabilmente é stato importato durante l'immigrazione dei catalani alle Baleari.



Devo ammettere che a Mallorca le tradizioni sono ancora molto  presenti, ma soprattutto sentite e vissute da tutti, giovani ed anziani, e lo trovo molto bello perché permette di tramandare e trasmettere a chi non la conosce, parte della storia e della cultura di una popolazione, cosa che purtroppo in Italia si sta perdendo rapidamente.

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